Le sette note di Bacco

Gli artisti hanno un talento particolare: sanno scavare dentro sè, e mettere la propria parte indifesa e fragile a servizio dell’arte.
Dipingono, scolpiscono, danzano, cantano. Alcuni poi sono attraversati dalla musica, e grazie a lei diventano essi stessi lo strumento con cui l’arte arriva agli altri.
Sono capaci di emozionare: testi che sono scritti esattamente per descrivere l’istantanea di vita in cui siamo; melodie che ci elevano e ci fanno capire quanto le cose siano differenti e abbiano bisogno di contesti propri; armonie tra i due elementi che ci danno la serenità, o la liberazione di un’emozione senza freni.
Bestie difficili, però, gli artisti: spesso capricciosi, primedonne, pretenziosi, scontrosi.
A meno che non abbiano un vissuto reale, di radici forti ma di continui cambiamenti, di fatica, di lavoro senza sosta, di impegno per mantenere il proprio io, in purezza.
Il percorso di Roberto è tortuoso, come si conviene ad un artista vero.
Sente la musica come sua missione, la corteggia, si innamora, le è fedele, la completa. E purtroppo come alle volte succede, negli anni non vede la sua dedizione e il suo impegno ripagati.
Ma la vita riserva delle straordinarie nuove rotte a chi ha le braccia tese ed è pronto a non lasciarsi sopraffare dalle difficoltà.
Quello che sin da piccolo è stato il suo contributo al lavoro in vigna della famiglia, prima solo in estate, per dare una mano allo zio nella gestione di tutto, poi come un piccolo seme radica in lui, cresce lentamente, e mano a mano, con gli anni, diventa la sua vita. Gli consente di imparare, e di crescere, di una crescita lenta e per questo forte. Gli carica sulle spalle, un peso alla volta, la responsabilità di portare avanti l’azienda, di affrontare i mille imprevisti, e tenere a bada le preoccupazioni che sono all’ordine del giorno.
Oggi Roberto può con orgoglio dire che il suo sogno giovane di emergere, oggi è la soddisfazione del lavoro e dei suoi vini, fatti con il proprio sangue, la propria testa e le proprie braccia.
Eccolo, mentre racconta la sua Barbera d’Asti Nemesys, in cui troviamo colore impenetrabile, bella struttura, sincera freschezza. O ancora la Barbera del Monferrato DOC 2012, La Rosina – Luna di Marzo, vino dal nome di una donna importante nella storia della sua famiglia. O il tesoro che rivela la sua adorazione, l’ Albarossa Ende Oktober Gold, che come dice lui “è sempre bella da vinificare, con la vinaccia così setosa…”.
Ancora ritmo e melodia nel suo parlare dei vini che beviamo insieme. Perché in questo apparente cambio totale di destino, la musica in realtà non lo ha mai abbandonato, e lui le sarà sempre grato: gli ha concesso l’incontro con una splendida compagna di vita; e gli ha fatto ritrovare quella sensazione, mista di fatica e leggerezza, che ora prova quando chiude una bottiglia; ed è in fondo la stessa che sentiva quando completava una canzone, e la regalava al mondo.

ARTICOLI RELATIVI ALLA CANTINA
LE BOTTIGLIE ROBERTO URSCHELER

Main menu